“Il tuo partner precedente ha fatto bene a lasciarti!!!”
“Sarebbe meglio che sparissi dalla mia vita!”
“Ma come ho fatto a sposarti?”
“Non sei la persona che mi ero immaginato”
“Mi fai schifo!”
Avete mai sentito pronunciare o pronunciato voi stessi qualcuna di queste frasi? Se sì, probabilmente vi siete trovati a vivere ciò che John Gottman chiama un “Regrettable Incident”, ovvero un “incidente spiacevole”.

L’ “incidente spiacevole” è uno scontro acceso tra partner in cui uno dei due membri della coppia, talvolta entrambi, superano il limite durante una lite, arrivando a pronunciare parole orribili, insulti e offese pesanti nei confronti dell’altro partner. Uno può arrivare a dire all’altro, ad esempio, che il partner precedente ha fatto bene a lasciarlo oppure arrivare addirittura ad augurargli la morte. Alle volte il limite può essere superato anche fisicamente attraverso atti minacciosi, gesti aggressivi o comportamenti spaventosi.
Comprensibilmente episodi simili possono lasciare una ferita importante nella relazione, in particolare nel partner che si sente la vittima dell’incidente; a lungo andare, se questi incidenti si ripetono e non vengono rielaborati, possono logorare il rapporto e portare a una rottura definitiva.
Fortunatamente è possibile rielaborare l’incidente spiacevole e trasformarlo in un’occasione di crescita per entrambi i membri della coppia. In altre parole, è possibile trasformare la modalità comunicativa dei partner per renderla più funzionale in modo da rendere possibile un vero ascolto reciproco, una profonda comprensione e accettazione della realtà del partner.
Tuttavia questo processo non sempre avviene spontaneamente, ancor meno in quelle coppie che hanno ripetutamente cercato di aggiustare le cose senza successo. Di fatto, nonostante i buoni propositi, senza una guida è facile dire o fare la cosa sbagliata e finire per continuare a ferirsi a vicenda. In questi casi un professionista può accompagnare la coppia attraverso questo processo, che prevede diversi passaggi.
Un primo passaggio fondamentale è quello dell’espressione dell’emozione e del puro ascolto: i partner, a turno, esprimono quello che hanno provato durante la litigata; tuttavia c’è bisogno di seguire delle regole ben precise per evitare di ricadere nel pattern di comunicazione disfunzionale abituale. Ad esempio, il partner che parla si impegna a rimanere sulla descrizione della propria emozione piuttosto che passare alla descrizione o attacco dell’altro; fa attenzione a utilizzare il pronome “io” piuttosto che “tu”; si concentra su e descrive una situazione specifica piuttosto che le caratteristiche di personalità del partner. Il partner che ascolta si impegna a non interrompere e a non prepararsi alla risposta, ma, piuttosto, a fare domande nel caso non avesse compreso qualcosa; infine, riassume ciò che ha compreso e convalida almeno una parte dell’esperienza del partner. A questo punto, se il partner che ha parlato si sente capito, si invertono i ruoli.
Parte di questo processo prevede anche la condivisione e l’analisi di quali sono i triggers dei partners, ovvero quei tasti che se toccati innescano una reazione molto intensa in chi ascolta: un’analisi di questi triggers e uno sguardo alla storia della persona alla ricerca della loro origine permette ai partners di comprendersi ad un livello più profondo e a evitare, in futuro, quei triggers che scatenano reazioni intense.
L’assunzione della reciproca responsabilità del litigio è in seguito un passo importante per uscire dalla dinamica di “accusa-difesa” in cui ci si è trovati incastrati ed entrare invece nell’ottica della collaborazione: quando si litiga c’è spesso infatti un problema di comunicazione e la responsabilità è condivisa. Questo ci permette non solo di riavvicinarci emotivamente al partner, ma anche di lavorare insieme alla ricerca di strategie per evitare che la stessa comunicazione disfunzionale si ripeta in futuro.
Per far questo si discute congiuntamente l’organizzazione del futuro di coppia, provando a rispondere ad alcune domande importanti: che cosa possiamo fare, insieme, perché questo non accada più? Come possiamo fare per migliorare la nostra relazione? Che cosa posso fare io per rendere la discussione più fruttuosa la prossima volta? E che cosa penso potrebbe fare il mio partner?
È importante capire che non esiste una “realtà assoluta” per quanto accaduto: ci sono sempre due “realtà soggettive” o prospettive. Pertanto non è mai una questione di chi ha ragione e chi ha torto, ma di come i due partner possono assumersi la responsabilità e trovare i loro punti di compromesso in modo da poter andare avanti insieme. L’obiettivo finale non è infatti quello di aumentare il proprio potere nella relazione e avere maggiore influenza sull’altro: l’obiettivo è costruire una relazione in cui ognuno dei partner comprende e sostiene i sogni dell’altro. Se i sogni dei due partner sono in linea, tanto meglio!
La comunicazione con il tuo partner è ancora difficile? Prenota una consulenza di coppia.
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